Parrocchia Immacolata Concezione

Monte Sant'Angelo (FG)

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Orario Celebrazioni

ostiaFestivi:

ore 09.30** - 11.00** - 18.00*

Feriali:

ore 18.00*

 

* dal 1 Giugno al 30 Settembre la messa Vespertina è alle ore 19.00

** Nei mesi Estivi Luglio-Agosto ci sarà un unica messa festiva al mattino alle 10.30

Novena Immacolata

novena 2023 

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Lectio Divina

Centri di Ascolto 2019

 INCONTRO A GESU’ CON MAMMA E PAPA’ emmaus

Nel cammino di preparazione del bambino verso la Prima Comunione il fattore decisivo è costituito dal fatto che i genitori ricoprono un ruolo centrale nella preparazione del figlio. Uno degli obiettivi della catechesi familiare è che padri e madri cerchino insieme ai propri figli delle strade che portino al rapporto con Dio. Sotto questo profilo, l’educazione alla fede, chiede di essere coltivata come itinerario a una conoscenza più approfondita e sistematica della Persona e del messaggio di Gesù, Parola di Dio, servendosi in primo luogo della Sacra Scrittura che è Parola celebrata nella partecipazione alla Sacra Liturgia della domenica, Giorno del Signore, nella preghiera, nella celebrazione dei Sacramenti e nella testimonianza della carità.

In questo cammino, le catechiste dei vostri figli incontreranno la vostra famiglia e vi invitano ad accogliere con entusiasmo il  CENTRO DI ASCOLTO  che si terrà a casa vostra.  

 

CELEBRAZIONE IN FAMIGLIA  

PARROCCHIA   IMMACOLATA   CONCEZIONE

MONTE   S.   ANGELO

 

C: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

T: Amen.

C: Carissimi, a voi tutti riuniti qui, questa sera, grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo che ha dato la sua vita per noi, ci ha lavati dai peccati nel suo sangue, e ci ha rinnovati con il dono del suo Spirito. Alla gloriosa e Santa Trinità, ogni lode e gloria nei secoli dei secoli.

T: Amen.

C: Carissimi, Dio nostro Padre ci ha chiamati e riuniti qui insieme perché il miglior modo per preparare la celebrazione di un sacramento è il tempo dedicato alla preghiera. Nel cammino verso la Prima Comunione voi genitori, nella preghiera insieme a vostro/a figlio/a nutriti e fortificati dall’ascolto della Parola di Dio, possiate aprire il cuore del vostro focolare domestico alla fede, all’accoglienza della Verità, alla testimonianza cristiana per accogliere il grande invito al banchetto di Dio che inonderà i vostri animi della sua grazia santificatrice.

T: Rit.) : Noi ti lodiamo e ti ringraziamo, o Padre.

1) Signore, grazie per il tuo amore, grazie per il dono della vita e della fede, grazie per la mano che continuamente ci tendi; grazie perchè ci ami nonostante le nostre miserie e la nostra ingratitudine; grazie perchè continui ad amarci anche quando rifiutiamo il tuo amore. Rit.)

2)Grazie per tutti i tuoi doni. Grazie per averci donato l'esistenza, per averci immersi tra le altre creature, per l'affetto dei nostri cari che ci hai messo accanto, per il dono giornaliero delle cose necessarie. Rit.)

3)Grazie per il dono del tuo Figlio Gesù,che si è fatto uomo per ridarci la tua amicizia; grazie perchè Egli ha voluto restare con noi nel Sacramento dell'Eucaristia. Riconosciamo, o Signore, la tua grande magnificenza, che ti ha reso solidale con noi peccatori per portarci alle vette della tua divinità. Rit.)

4) Grazie Signore, perchè con la forza del tuo Spirito guidi i nostri progetti e le nostre azioni: fa che siano secondo la tua volontà. Liberaci dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà e da ogni male. Rendici attenti alle esigenze degli altri. Proteggi con il tuo amore la nostra famiglia. Rit.)

C: Fratelli e sorelle, è motivo di grande gioia per noi rivolgere insieme la nostra lode a Dio Padre che ci ha riuniti in questa famiglia impegnata ad aiutare suo/a figlio/a ad incontrarti nella fede, nel supremo dono del tuo Amore, nel Sacramento dell’Eucaristia, cibo di vita eterna.

Dinanzi a tanta profusione di grazia, noi ci scopriamo di non sapere cosa sia importante chiedere. Ma ci hai donato lo Spirito Santo che viene in aiuto alla nostra debolezza. Concedilo a tutti noi che siamo incamminati verso la tua Casa, perché ci guidi alla verità tutta intera e ci porti a vivere la comunione con Te, o Padre, con tuo Figlio e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

T: Amen

C: Chiediamo allo Spirito Santo di far crescere in noi il desiderio di Gesù, per lasciarci incontrare da lui, e condividere il suo amore e il suo desiderio, che è desiderio di Dio Padre, della nostra salvezza e felicità.

Rit): Vieni, Santo Spirito a rinnovare i nostri cuori e le nostre menti.

1)Vieni, o Spirito Santo, e da’ a noi un cuore nuovo, che ravvivi in noi tutti i doni da Te ricevuti con la gioia di essere Cristiani, un cuore nuovo sempre giovane e lieto. Rit.

2) Vieni, o Spirito Santo, e da’ a noi un cuore puro, allenato ad amare Dio, un cuore puro, che non conosca il male, se non per combatterlo e per fuggirlo; un cuore puro, come quello di un fanciullo, capace di entusiasmarsi e di trepidare. Rit.

3) Vieni, o Spirito Santo, e da’ a noi un cuore grande, aperto alla Tua silenziosa e potente parola ispiratrice, e chiuso ad ogni meschina ambizione, un cuore grande e forte ad amare tutti, a tutti servire, con tutti soffrire; un cuore grande, forte, solo beato di palpitare col cuore di Dio. Rit.

4) Vieni, o Spirito Santo, dentro di noi, nel nostro cuore e nella nostra intelligenza, perché possiamo conoscere il Padre nel meditare la Parola del Vangelo. Accordaci il Tuo amore, perché esortati dalla Tua parola, Ti cerchiamo nei fatti e nelle persone che incontriamo. Accordaci la Tua sapienza, perché possiamo rivivere e giudicare, alla luce della Tua parola, ciò che viviamo. Rit.

ALLA MENSA DELLA PAROLA

C: Gesù, nel suo grande amore per noi, ci vuole comunicare la sua luce e la sua vita, per questo ci invita a due mense: alla mensa della parola di Dio e alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue. Considereremo la prima mensa e ci metteremo in ascolto della Parola, che è lo stesso Gesù. Solo se partecipiamo a questa prima mensa e ci cibiamo della Parola di vita, possiamo, poi, accogliere e nutrirci del Corpo di Gesù. Con gioia accogliamo, in mezzo a noi, il Libro che contiene la parola di Dio scritta, mentre con il canto esprimiamo il nostro desiderio di ascoltare, nel silenzio del cuore, la Parola che ci dona vita, pace, luce e amore.

Si accendono i lumini, per esprimere che la Parola è luce.

ALLELUIA “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”

C: Ascoltate il Vangelo secondo Luca 4,14 - 21

T: Gloria a Te, o Signore.

C: ( Al termine del Vangelo) Parola del Signore

T: Lode a te, o Cristo.           (Si bacia l’Evangelo, dicendo):

T: A Te, o Eterno Padre, a Te, o Cristo Verbo di Dio, a Te o Spirito Santo fonte di amore, ogni onore, lode e gloria nei secoli eterni per averci donato il Pane della Parola per la nostra salvezza. Amen.

ALLELUIA 

C: Anche noi, come la folla, ci siamo riuniti attorno a Gesù e abbiamo condiviso quanto lui e il suo Spirito hanno suscitato in noi. Ora Gesù ci chiede di ascoltare più intensamente la sua Parola e di incontrarci intimamente con lui, il Maestro: egli ci parla di Dio Padre, ce ne fa scoprire la bontà immensa verso ogni persona, anche attraverso i suoi gesti di amore; ci illumina, perché sappiamo quali scelte fare; ci conforta e guarisce le nostre ferite; ha compassione di noi e ci fa sperimentare la sua misericordia infinita.

 Interiorizzazione: «Spegniamo i lumini, per indicare che, ora, la Parola ascoltata si accende dentro di noi. In silenzio ognuno dialoghi con Gesù, gli dica tutto il suo amore e ascolti quanto Gesù gli comunica personalmente: ogni messaggio è unico e speciale!

ALLA MENSA DEL PANE DI VITA

C:Ora entriamo ancora più profondamente nella relazione con Gesù. Egli, nel suo grande amore per noi, non solo ci ha donato la sua Parola, ma si è fatto anche nostro cibo, per nutrirci e riempirci di sé. Così Gesù rimane sempre con noi. Se lo accogliamo e ci nutriamo del Pane di vita e beviamo al Calice della salvezza, segni del suo Corpo donato e del suo Sangue versato, man mano, siamo trasformati in lui e diventiamo sua presenza viva in mezzo agli altri.

C: «Un papà e una mamma hanno portato il pane, come simbolo della nostra vita: di gioie, speranze, angosce, desideri di bene e sofferenze, nostre, di ogni famiglia e del mondo intero. Gesù tutto ha assunto e tutto ha redento, e nell’Eucaristia continua ad assumerlo, per riconsegnarcelo carico di vita e di amore. Ogni Messa è per noi una Pasqua con Gesù: un passaggio alla vita nuova.

 Proclamazione del Vangelo: Luca 22,7-20

C: Siamo al momento culmine del dono d’amore di Gesù per noi. Il contesto (giovedì santo) è quello del banchetto della Pasqua ebraica che celebra la memoria, per il popolo ebreo, della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Ma Gesù trasforma questo banchetto rituale in un nuovo Banchetto, in cui si attua la liberazione da una schiavitù molto più oppressiva e deleteria, quella del peccato. Gesù, con la sua morte sulla croce e la sua risurrezione, ha innestato nella storia dinamismi di vita nuova. L’Eucaristia attua, nell’oggi, la morte e la risurrezione di Gesù e noi, quando mangiamo del Pane di vita, passiamo, con lui, dalla morte del peccato, che è egoismo, orgoglio, violenza…, alla vita di amore, condivisione, solidarietà, pace. Solo in Gesù e con Gesù possiamo vivere da «figli di Dio».

G:Ti benediciamo, Signore Gesù,che hai voluto consegnare alla tua chiesa il memoriale della tua Pasqua. Concedici di celebrare nella nostra famiglia con i nostri figli e nella storia la memoria potente del tuo dono d’Amore. Fa che nutrendoci al tuo pane di vita sappiamo essere trasformati in Te, in modo che la tua azione di grazie diventi la nostra, il tuo sacrificio il nostro, e il sì che il Padre ha detto su di te risuoni anche per la nostra vita. Fa che sappiamo vivere in comunione e crescere in comunione, dando ai nostri atti un respiro di chiesa secondo la missione che tu affidi a ciascuno. Amen.

B: Gesù, mio Signore, nella semplicità del cuore e con viva fede, ti ringrazio perché mi inviti alla tua mensa. Tu Gesù, sei il Pane disceso dal cielo, il cibo che ci sostiene nel cammino della vita, tu sei la sorgente dell’amore, il pegno per la vita eterna. Gesù, fammi la grazia che il giorno della mia Prima Comunione sia un grande atto di fede e di amore nella piena comunione con Te, il Padre e lo Spirito Santo. Per questo mi inviti perché la mia vita venga trasformata dal tuo amore per la vita eterna. Ora ti prego: aiutami ad accogliere con gioia e generosità il tuo invito, e ad accoglierti sempre dentro la mia vita, per essere con Te lode e gloria per il Padre. Amen.

P: Signore, il segno di questo pane, da Te benedetto, spezzato e condiviso, sia memoria del tuo dono: Cristo, pane spezzato per la vita del mondo. Saziati dal tuo dono d’amore possiamo divenire fragrante e profumato pane generosamente offerto per la vita della nostra famiglia e dei fratelli.

T: Vieni, Pane per la nostra fame. Vieni, Cibo di vita che ogni giorno ci dà forza e coraggio. Vieni, Signore Gesù, Pane di Vita eterna. Amen.

( Si spezza il pane )

C: Noi ti ringraziamo, o Padre, per averci donato nel tuo Figlio il Pane per la nostra vita eterna, il Corpo e il Sangue di Gesù, il Salvatore. Ora nella preghiera ti invochiamo:

Noi ti ringraziamo, Gesù, Pane di Vita”

  1. Signore Gesù, "pane vivo", nell'Ultima Cena Tu hai detto:" Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me". E, preso il calice del vino, hai aggiunto: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene   versato per voi". Noi ci affidiamo a te e in te confidiamo; fa' che celebrando il sacramento della tua Pasqua formiamo nella Chiesa un cuor solo e un' anima sola, con una particolare e generosa dedizione verso i nostri fratelli bisognosi, sofferenti e malati. Rit.
  2. Donaci il tuo amore per sostenere e rendere traboccante di grazia la nostra povera vita. Liberaci dalle radici profonde del peccato, dalla malattia, dall'angoscia e dalla tristezza perchè Tu sei amore e gioia; luce e pace; speranza e perdono; via, verità e vita. Colma il nostro cuore della tua presenza eucaristica. Rit.
  3. La tua vita sia la nostra vita, la tua gioia diventi la nostra gioia, il tuo perdono alimenti il nostro perdono,il tuo amore accresca il nostro amore, la tua tenerezza fondi la nostra tenerezza .Rit.
  4. Grazie, Signore Gesù, perché nel dono dell'Eucaristia Tu sei sorgente di liberazione e di misericordia, nutrimento di vita, amore che consola e grazia che trasfigura tutta la nostra esistenza. Amen.

C: “Fate questo in memoria di me.”Quante volte, Signore, abbiamo sentito questo tuo invito, in maniera più o meno distratta, più o meno assente. Ed anche stasera lo ripeti a noi. È l’Amore che si fa dono totale, è l’Amore che diventa servizio nella carità, è l’Amore che ci fa Chiesa. E il tuo dolce comando, “Fate questo in memoria di me” si illumina di una luce nuova e impegna anche noi, nell’obbedienza al Padre e sostenuti dallo Spirito Santo, ad essere come te, Signore Gesù,“pane spezzato”che si fa Carità, che si fa servizio, che si fa Chiesa. Dall’Eucaristia scaturisce quindi un impegno preciso per la comunità cristiana che la celebra: ogni autentico gesto di carità rappresenta la testimonianza visibile, e nelle opere, il mistero di amore che accogliamo nella fede.

F: O Signore,è qui, nell’Eucaristia domenicale, sorgente e vertice di tutta la vita cristiana, che noi ti riconosciamo, come presenza e dono che edifica la Chiesa, che ci accoglie come discepoli, ci rende tuoi commensali, ci fa, come te, servi per amore. Fa’, o Signore, che da ogni incontro eucaristico, torniamo alle nostre case e alle nostre occupazioni, corriamo sulle strade del mondo ad annunciare a tutti la bella e lieta notizia del tuo amore per gli uomini e a farci appassionati e instancabili promotori di comunione, di solidarietà e di pace, per rivolgere a tutti l’invito a partecipare alla mensa del Signore, promessa e garanzia di una vita vera e di una festa che non avrà mai fine.

T: “A Colui che ha elevato il grande giorno della domenica sopra tutti i giorni, lode, onore, gloria, benedizione e adorazione. Il cielo e la terra, gli Angeli, i Santi e gli uomini, si abbandonino a questa grande gioia, ora e nei secoli eterni. Amen”.

C: Soltanto la carità può distogliere il cuore dall’amore di sé e del mondo e indirizzarlo verso Dio e i fratelli. Uniamo in un gesto di comunione fraterna le nostre mani, recitando la preghiera che il Signore ci ha insegnato:

T: PADRE NOSTRO……

 

PREGHIERA DI BENEDIZIONE

 

I genitori tracciano sulla fronte dei loro figli il segno di croce e poi pronunziano su di loro la preghiera di benedizione:

G: Signore Gesù Cristo, che hai prediletto i piccoli e hai detto: chi accoglie uno di loro accoglie me, esaudisci le nostre preghiere per questi nostri figli; tu che li hai fatti rinascere nel Battesimo, custodiscili e proteggili sempre, perché nel progredire degli anni, forti della tua amicizia, rendano libera testimonianza della loro fede. Fa’ che questi teneri tralci germogliati dalla nostra famiglia trovino nell’ambito domestico il clima adatto per aprirsi liberamente ai progetti che tieni in serbo per loro e che realizzeranno con il tuo aiuto. Per Cristo nostro Signore. Amen

C:Adesso, saranno i bambini a tracciare sulla fronte dei loro genitori il segno di croce e poi a pronunziare su di loro la preghiera di benedizione:

Signore Gesù, benedici, proteggi e custodisci, i nostri genitori. Donandoci la vita ci hanno fatto il dono più bello e prezioso e ogni giorno provvedono a noi con attenzione e pazienza. Ci danno il loro tempo e il loro amore per farci crescere e aiutarci a diventare noi stessi. Fa’ che impariamo:tra le loro braccia il senso delle cose e della vita,dai loro occhi la profondità del Tuo amore che accoglie e sostiene sempre,dalla loro bocca il tuo Vangelo di salvezza,dalle loro mani la tenerezza materna e la forza paterna e dal loro cuore ad amare senza misura come Tu ci hai amato. Per Cristo nostro Signore. Amen

C: Il Signore ci benedica: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Restiamo nella pace.

T: Amen.

RIFLESSIONE IN FAMIGLIA:

IL VANGELO COME LAMPADA,

L’EUCARISTIA COME CUORE

Vangelo Lc 22,7 - 20

Il brano evangelico è tratto dai racconti della Passione del Vangelo secondo Luca. Incastonata negli ultimi momenti della vita del Signore, la scena dell’ultima Cena divienesintesidell’esistenza di Gesù eanticipazionedel mistero della sua Pasqua.

La Pasqua è per il popolo d’Israele l’annuale celebrazione della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Memoriale del passaggio – pasqua vuol dire proprio passaggio – dell’angelo che aveva risparmiato i primogeniti d’Israele, ricordo della traversata all’asciutto tra le acque del mar Rosso, la festa era celebrata“come un rito perenne di generazione in generazione”(cf. Es 12,14). Anche per Gesù la Pasqua è un rito sacro, celebrato con i suoi sin da fanciullo – lo smarrimento di lui dodicenne avviene proprio dopo la festa di Pasqua (cf. Lc 2,41) – vissuto ora con la comunità dei discepoli, sua nuova famiglia. I Dodici, radicati nelle tradizioni dei padri, sanno bene che, per rispettare le prescrizioni della Legge, è necessario prepararsi e preparare la Pasqua. Chiedono indicazioni a Gesù e fanno come egli ha comandato. Nella famiglia degli Apostoli ogni cosa è frutto del confronto e del discernimento con il Maestro. Nulla viene affidato all’improvvisazione, ma ogni cosa è discussa e pensata con Gesù, eseguita secondo la sua parola.

La volontà di avere Gesù al centro deve contraddistinguere la nostra vita. La famiglia, infatti, è la comunità dove ci si incontra sulla parola di Cristo, è Lui la pietra d’angolo che ci rende un cuor solo ed un’anima sola. La famiglia è lo spazio primordiale dove si cerca Dio e lo si ascolta come Signore, gli si obbedisce con docile volontà e si sperimentata la sua vita divina. Gli sposi cristiani devono discernere con Lui ogni scelta, devono avvertire la sua presenza nella voce dell’altro, chiedere che si realizzi sempre il suo misterioso disegno. Non si può partire nell’azione, senza aver prima consultato e ascoltato Lui nella preghiera. La sua parola illumina la vita affettiva e le relazioni familiari, il lavoro e le situazioni dei figli. Gesù, attraverso la voce della Chiesa, ci dona il Vangelo come lampada, l’Eucaristia come centro per nutrire la nostra volontà di vivere in Lui.

Chiediamoci : come ci prepariamo in famiglia alla liturgia domenicale? Facciamo a gara il sabato sera ad apparecchiare la mensa con una candela e la Bibbia per chiedere a Gesù “Dove tu vuoi?”. Leggiamo insieme il Vangelo che ascolteremo poi in chiesa? Disegniamo con i nostri piccoli la scena che l’evangelista ci presenterà perché anche essi si preparino al giorno del Signore? Come coppia ricerchiamo nella preghiera la volontà di Dio?

Se riuscissimo a sedere alla mensa dell’Eucaristia con la piena consapevolezza del dono che Gesù ci fa in quel Pane, la nostra vita sarebbe diversa, la nostra giornata avrebbe i colori di Dio, le nostre relazioni familiari e sociali sarebbero il riflesso delle parole e dei gesti di Cristo.

Nell’amore che porta Gesù alla croce, amore tutto contenuto nell’umiltà dell’eucaristia, tante famiglie trovano la forza di andare avanti, di superare le liti, di rimettersi sulla strada della croce, di accogliere le difficoltà dei figli. Sia lodato Dio per il perdono che nasce dopo un tradimento, per il sorriso che fiorisce sulle labbra dopo un rinnegamento. Questi sono i veri frutti dell’Eucaristia: la capacità di amare chi non ci ama più o non vuole amarci più, che è disposto a tradirci dopo un bacio dei più teneri, ma impastato di falsità e formalismo, la volontà di andare avanti perché questo il Padre chiede, sapendo che non esiste altra strada per la santità. Questi sono i frutti dell’Eucaristia celebrata nella vita: offrirsi quando l’altro non vuole accogliere il dono; continuare ad amare quando ha lo sguardo rivolto ad altro, aspettare nella preghiera i tempi opportuni, sapendo che Dio accoglie le nostre lacrime nell’otre del suo cuore misericordioso, dove le nostre si confondono con le sue, poiché Egli soffre con noi, non ci lascia mai soli.

Chiediamoci : Come attingiamo dall’Eucaristia la forza della fedeltà e della costanza, dell’offerta e della pazienza?Viviamo insieme l’ora della croce – una malattia non attesa, la difficoltà del lavoro … – e ci sosteniamo con amore e delicatezza? Riusciamo a dire – come chiede papa Francesco – “Scusa! Prego! Grazie!” senza arrossire delle nostre cadute? Sappiamo guardare in faccia le nostre e le altrui debolezze senza scandalizzarci, ma confidando in Dio che trasforma anche le situazioni più complesse?

“Mentre mangiavano, [Gesù]preseil pane erecitò la benedizione, lospezzòe lodiedeloro”(Mc 14,22).L’evangelista Luca trasmette con cura ciò che accade durante la cena. Il rito antico è vissuto secondo la tradizione dei padri, ma Gesù“mentre cenavano”muta nella sostanza il significato della celebrazione e pone la sua vita come centro per sperimentare, in maniera definitiva e totale, l’amore del Padre. Con Gesù, non è più necessario ritornare al passato, pensare all’Egitto, mangiare l’agnello, cingersi i fianchi e prendere tra le mani il bastone, come gli Ebrei nella terra della schiavitù.“Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono venute di nuove”(2Cor 5,17). Gesù è la vera Pasqua, con Lui si passa dalla schiavitù del peccato alla libertà dell’essere figli di Dio. È lui l’agnello, chi mangia la sua carne “vivrà in eterno”(Gv 6,51), chi beve dell’acqua che egli dona“non avrà mai più sete”(cf. Gv 4,14). La sua è la trasformazione dell’amore! Con la misericordia infinita del suo cuore, infatti, Gesù rinnova un rito antico che sembra non incidere nel presente e gli conferisce un significato nuovo, vivo, bello, eterno. Questo fa l’amore: rinnova la vita, colora l’esistenza, ringiovanisce l’antico, rallegra il presente.

Chiediamoci : La domenica è per noi scuola di educazione all’amore sponsale ed oblativo dove Gesù ci dona energie nuove per ripensare la nostra vita come famiglia?

I discepoli non si rendono conto di quanto siano importanti i gesti posti in quell’ultima cena dal Maestro. Tante volte Gesùha preso e benedetto del pane, come quando ha sfamato i cinquemila (cf. Mc), altrettante volte, in casa di pubblicani, i discepoli avranno passato tra loro la coppa del vino per attingere dal frutto della vite e saziare l’arsura del lungo cammino dietro al Maestro. Questa volta però è diverso. Diverse sono le parole che accompagnano i gesti, solenne è il tono della voce del Signore che traduce la sua volontà di amarli.

I verbi dell’Eucaristia prendere, benedire, spezzare e donare parlano del rapporto che Gesù ha con ciascuno di noi. Cristo ci ha presi come dono del Padre –“erano tuoi li hai dati a me”(Gv 17,6) – e per noi ha ringraziato Lui, fonte di ogni dono. Sì, per Gesù la nostra vita, quella della mia famiglia, la difficoltà della nostra giornata è un dono di cui rendere grazie sempre“nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. Gesù mi prende tra le sue mani e loda il Padre per me, noi siamo preziosi ai suoi occhi, apparteniamo a Lui. Desidera che la nostra vita come la sua si spezzi e venga donata perché si perpetui nel tempo tra gli uomini la dinamica dell’Eucaristia che è la dinamica dell’amore che non è mai pago di donarsi.

L’Eucaristia di Gesù genera l’eucaristia dei discepoli. La famiglia è il luogo dove la dinamica dell’Eucaristia si perpetua nel tempo. Il dono di Dio,il suo prendere, benedire, spezzare e darsiabilita in noi la capacità, dono del suo Spirito, diprendere, benedire, spezzare la nostra vita e donarlaai fratelli. Prendere, benedire, spezzare, dare: la vita di Gesù, da Betlemme a Gerusalemme, è racchiusa in questi quattro verbi. Per questo l’Eucaristia è la sintesi della vita del Signore. Ma anche ciò che segue nell’esistenza del Maestro, dal Cenacolo al Golgota, dal sepolcro all’ascensione è anticipata in questi quattro verbi. Per questo l’Eucaristia è il programma della Pasqua di Gesù e della continua effusione del suo Spirito nella Chiesa. In tal modo l’Eucaristia celebrata è per noi scuola e programma di vita. Noi, celebrando il memoriale di Gesù, abbiamo sempre dinanzi agli occhi la sua umiltà, la Pasqua come meta del suo dono d’amore per noi perché dall’Eucaristia dobbiamo e possiamo attingere la forza per vivere come Gesù. Siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio e più lasciamo allo Spirito di conformarci alla vita di Gesù e più realizzeremo la nostra identità profonda: essere come Dio, partecipare alla vita del suo amore, donarci agli altri senza riserve.

Gesù, nascosto nell’umiltà dei segni del Pane e del Vino, ci doni la capacità di vivere nelle piccole cose l’amore che egli riversa nei nostri cuori perché la nostra vita diventi pane spezzato, vino versato sull’altare del mondo.

Prendere sul serio ciò che riceviamo all’altare per portarlo fuori nelle strade, dove incontriamo la realtà dei nostri fratelli, la rabbia e la disperazione per le loro condizioni, per l’essere privi del necessario e dei loro diritti. La vita diventa allora il banco di prova dell’Eucaristia.

Il riconoscere il Corpo di Cristo si manifesta nel riconoscere il Corpo che è la Chiesa. Ecco perché chi comunica al Corpo di Cristo e rifiuta di farlo nella vita quotidiana , negando la comunione con i fratelli, non è degno dell’Eucaristia.

Alla luce di quanto esposto ne conviene che la Celebrazione Eucaristica domenicale è fondamentale per l’esistenza cristiana e umana. Si comprende, dunque, perché l’osservanza del giorno del Signore stia particolarmente a cuore alla Chiesa e resti un vero e proprio obbligo all’interno dei precetti della Chiesa.

Tale osservanza, prima ancora che come precetto, deve essere sentita come un’esigenza inscritta nella profondità dell’esistenza cristiana. E’ davvero di capitale importanza che ciascun fedele si convinca di non poter vivere la sua fede, nella piena partecipazione alla vita della comunità cristiana, senza prendere parte regolarmente all’assemblea domenicale.

Se nell’eucaristia si realizza quella pienezza del culto che gli uomini devono a Dio, e che non ha paragone con nessun’altra esperienza religiosa, ciò si esprime con particolare efficacia proprio nel convenire domenicale di tutta la comunità, obbediente alla voce del Risorto che la convoca, per donarle la luce della sua Parola e il nutrimento del suo Corpo come perenne sorgente sacramentale di redenzione .

La grazia che sgorga da questa sorgente rinnova gli uomini, la vita, la storia. Il cristiano si sente certo solidale con gli altri uomini nel godere il giorno di riposo settimanale; al tempo stesso, però egli ha viva coscienza della novità e originalità della domenica, giorno in cui è chiamato a celebrare la salvezza sua e dell’intera umanità.

Se essa è giorno di riposo e di gioia, ciò scaturisce proprio dal fatto che è il “giorno del Signore”(=domenica), il giorno del Signore risorto. Essa è in effetti per i cristiani la “festa primordiale” posta non solo a scandire il succedersi del tempo, ma a rivelarne il senso profondo.

Siamo invitati a riscoprire con nuovo vigore il senso della domenica: il suo “mistero”, il valore della sua celebrazione, il suo significato per l’esistenza cristiana e umana.

Non abbiamo paura di dare il nostro tempo a Cristo. Apriamo il nostro tempo a Cristo, perché Egli lo possa illuminare e indirizzare. Egli è Colui che conosce il segreto del tempo e il segreto dell’eterno, e ci consegna il “suo giorno” come un dono sempre nuovo del suo amore.

La riscoperta di questo giorno è grazia da implorare, non solo per vivere in pienezza le esigenze proprie della fede, ma anche per dare concreta risposta ad aneliti intimi e veri che sono in ogni essere umano.

Il tempo donato a Cristo non è mai tempo perduto, ma piuttosto tempo guadagnato per l’umanizzazione profonda dei nostri rapporti e della nostra vita.

 

VITA CELEBRAZIONE
convivere convocazione
stare insieme essere comunità, assemblea
comprendersi riconciliazione
accettarsi, essere capiti, essere perdonati da Dio
capire gli altri dai fratelli e perdonare
comunicare rivelazione
dialogare ascoltare, rispondere e
  sentirsi ascoltati
rivivere anamnesi
trarre forza del passato, annunciare - proclamare
nel presente, per il futuro nell'attesa della sua venuta
rappacificarsi segno della pace
ricevere e dare la pace essere operatori di pace
ricevere e dare comunione
accogliere con gratuità mangiare lo stesso pane
darsi con generosità bere allo stesso calice
condividere carità e diaconia
solidarietà amore verso gli ultimi
trasformare il mondo missione e testimonianza
essere portatori di novità, essere mandati nel mondo
promotori di cultura per essere testimoni

 

 

ELENCO DEI BAMBINI CHE FARANNO LA COMUNIONE NEL 2019


SCIRPOLI FRANCESCA — BISCEGLIA TERESA

1 GIORDANO IMMACOLATA
2 PRIMOSA ALISSA
3 SACCO IACOPO
4 BENESTARE FRANCESCA
5FERRI GABRIELLA
6 RIGNANESE LUCIA
7 NOTARANGELO ALESSANDRO
8 SCARANO MICHELE
9 IOLI GIANLUCA
10 PRENCIPE LIBERO
11 LAURIOLA LUSIANA
12 RIGNANESE IRENE
13 SANTORO ELISABETTA
14 PALUMBO MARILINA
15 TEDESCO ANTONIO PIO
16 RINALDI ANTONIO
17 ALFIERI NICOLA
18 RINALDI FRANCESCO
19 RIGNANESE NUNZIA PIA
20 TERBONETTI SOFIA
21 SARACINO SOFIA
22 LA TORRE SOFIA
23 ACCARRINO MATTEO
24 SCHIAVONE GABRIEL
25 ARENA CRISTIAN

26 VERGURA MARIA

27 GUERRA MARINUNZIA
 
RIGNANESE LINA - PALOMBA MICHELA
1 FACCIORUSSO NICOLA
2 RICUCCI LORENZO
3 ANGELILLIS GIUSEPPE
4 ARENA LIBERO FEDERICO
5 TOTARO GRAZIANA
6 PICARO LUIGI
7 SANTORO SIMONE
8 NARCISI RICCARDO
9 MARATEA SAMUELE
10 BISCEGLIA GIUSEPPE
11 DE PADOVA AURORA
12 SANTORO ANTONELLA
13 PRIORE MICHELA
14 PALUMBO ANDREA
15 TOTARO TONIA
16 GENTILE VALENTINA
17 RIGNANESE PASQUALE
18 SARACINO DOMENICO
19 LAURIOLA DANIELE
20 PERLA MARIA ANTONIETTA
21 ACCARRINO FRANCESCA

22 CIUFFREDA GIUSY

23 SANTORO MICHELE

Buon centro di ascolto         Don  MATTEO

 

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