Programmazione Catechesi 2015/2016
Anno Pastorale 2015 – 2016
Settore Catechesi
“Ho creduto, perciò ho parlato”,
anche noi crediamo e perciò parliamo» (2Cor 4,13)
Carissimi,
anche quest’anno voglio vivere la gioia di raggiungervi dopo la pausa estiva.Siamo alla vigilia di una nuova fatica pastorale e voglio manifestarvi la mia gratitudine per il ministero che donate e la presenza che offrite per l’edificazione comune e il bene della nostra Comunità parrocchiale.
La vostra presenza, tanto cara e necessaria, espressione della maturità nella fede, ha comunque bisogno di essere vissuta come vocazione a cui si risponde, come dono che si deve partecipare e testimonianza da offrire. Nonostante le debolezze, le incertezze, le fragilità, il Signore si vuole servire anche di noi per annunciare il Regno. La Chiesa attraverso il parroco vi chiama a questo ministero come segno della vostra personale adesione a Cristo. Allora fidatevi di Lui, abbandonatevi fiduciosi alla sua chiamata, sforzatevi con ogni mezzo, forza, intuito perché possiate essere di coloro che vivendo l’Incontro, ne traggono tale gioia che avvertono la necessità di testimoniarlo con serena fiducia a coloro a cui sono, per mandato della Chiesa, inviati a donarsi.
Non siamo propositori di dottrine personali, che per quanto nobili, profonde o innovative possano essere, sono riflesso e specchio della nostra miseria, ma piuttosto, docili, fedeli, entusiastici testimoni di ciò che si è incontrato, sperimentato. Occorre essere narratori di speranza per le strade di questo mondo, per i nostri fratelli. Sono compiti ardui che ci chiedono il coinvolgimento totale, la rinuncia di sé stessi e del proprio interesse, per l’edificazione del Popolo di Dio.
Operai del vangelo, ma con gioia, dedizione e generosità. Essere sale, luce e lievito comporta il martirio di se stessi: il sale si consuma, sparisce, ma dona il sapore, la candela arde, consumando se stessa, ma dona la luce, il lievito si dona alla massa , ma fermenta, trasformando e rinnovando; sono questi i segni evangelici del dono, dell’amore, della partecipazione, dell’esserci, della dedizione. Il Vangelo ci assicura la ricompensa: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”(Mt 19,29); ( Mc 10,30).
Imparare a scoprire la gioia del dono (At 20,35) ed entrare nella logica cristiana è una conversione che dobbiamo imparare a saperci offrire reciprocamente e a testimoniare. Il desiderio del bene dell’altro ci deve spingere a raggiungere ogni fratello per donargli la Buona Novella ossia il Cristo Risorto, la gioia di appartenergli, la consapevolezza di essere Popolo di Dio, Chiesa, Comunità. Come una madre si prende cura dei propri figli, nutrendoli e preoccupandosi per essi, così la comunità parrocchiale, attraverso il nostro ministero, manifesta il suo desiderio di curare i propri figli e realmente se ne prende cura in maniera amorevole.
Compito che diventa missione perché non nasce da un nostro desiderio ma da una vocazione e da un invito ad andare (Mc16,15). Quindi siamo Cristiani, cioè inviati perché unti nel Battesimo e nella Confermazione ed assimilati a Cristo, Pastore, Maestro e Guida.
Compito che comporta prossimità a Cristo, alla Chiesa, alla Parola, all’Eucaristia.
Di Cristo dobbiamo vivere, nella Chiesa dobbiamo sperimentare la fraternità, di Parola e di Eucaristia ci dobbiamo nutrire. Solo uno Spirito così ispirato, alimentato e fortificato sarà espressione di comunione e garanzia di successo.
Abbiamo vissuto e sperimentato da poco, la ricchezza della Peregrinatio della Statua di S. Michele Arcangelo e della Madonna Pellegrina di Fatima, il Signore ha suscitato entusiasmi, ha confermato adesioni, ha fatto nascere rinnovate esigenze, domande di senso e di fede; anche a noi, impegnati nell’annuncio e inviati dobbiamo rispondere e aiutare, soccorrere e testimoniare, intervenire e accompagnare. Coloro che ci saranno affidati debbono poter ricevere da noi accoglienza e disponibilità, diritto di cittadinanza nella nostra vita e rispetto delle loro necessità. A loro dobbiamo annunciare ma anche essere disponibili ad ascoltare. Il vero annuncio nasce dall’ascolto, si alimenta di dialogo e si raffina con la comunione. La verità nasce dal dialogo e l’azione dall’unità.
Allora prima di tutto ascolto di Dio, comunione con lui e la Chiesa, dialogo con la preghiera, adorazione del mistero. Occorre salire, in disparte, sulla montagna per poi essere inviati ad incontrare, farci compagni di viaggio, condividere la forza della comunione e contribuire a generare novità di vita e orientamenti fraterni.
Con questa lettera coloro che hanno già dato la loro collaborazione si ritengano nuovamente chiamati al compito e al ministero che negli scorsi anni hanno già sperimentato e donato. Ma invito tutti coloro: giovani adulti, famiglie( in particolare invito il gruppo famiglia) che animati nello spirito da una rinnovata coscienza ministeriale, vogliono impegnarsi.E’ Cristo che ci chiama, che ha posato il suo sguardo su noi, non ci resta altro che rispondere con prontezza e vigore, convinti che, se ci ha adombrati con il suo sguardo, ci donerà anche la forza necessaria per adempiere con fedeltà il compito che ci è chiesto: essere testimoni del suo amore così come lo sperimentiamo e viviamo nella nostra vita di credenti. Stringiamoci a Cristo, pietra viva, guardiamo a Maria, immoliamo la nostra vita eucaristicamente per il Regno di Dio.
Come sempre, ma in modo rinnovato, vostro, perché servo del Signore, affezionatissimo
don Matteo
Vi Aspetto tutti
Mercoledì 9 settembre ore 17,00:
incontro per la programmazione generale dell’anno catechistico