Giornata Mondiale dei poveri Parrocchiale
I poveri sono persone da incontrare, accogliere, amare. La povertà non è un’entità astratta, ma “ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro. Davanti a questi scenari, il Papa ci chiede di non restare inerti e rassegnati, ma di “rispondere con una nuova visione della vita e della società”.
È dunque un appello a contribuire in modo efficace al cambiamento della storia generando e promuovendo un vero sviluppo. Un appello alla necessità di perseguire il bene comune, nella comunione e nella condivisione. In quest’ottica i poveri e la povertà più che un problema, sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo, ripensando i nostri stili di vita, rimettendo al centro le relazioni fondate sul riconoscimento della dignità umana come codice assoluto.
Infine un nuovo richiamo alla concretezza con l’invito alle comunità cristiane, nella settimana precedente la Giornata Mondiale dei Poveri, “a creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto”.
Su questo, ci siamo attivati per accogliere e declinare l’invito in proposte e iniziative.
Sabato 18 novembre alle ore 19.00 veglia di preghiera; giovani, adulti, famiglie, operatori della Caritas parrocchiale tutti insieme in preparazione a questa Giornata .Con la preghiera ci siamo messi alla scuola di Cristo per chiedergli il dono di occhi per vedere le sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle, per divenire sempre più immagine del buon samaritano che si china su ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza.
Alcuni gesti hanno caratterizzato la veglia: il profumo versato sulle nostre mani (Benedette le mani che si aprono ad accogliere i poveri e a soccorrerli, sono mani che portano speranza e che portano il profumo di Cristo). La venerazione del Crocifisso (Se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale ricevuta nell’Eucaristia); le ceste di pane portate al centro del presbiterio (Nel pane quotidiano Dio ci dà un segno della sua bontà e l’alimento essenziale della tavola di famiglia).
Non è la Giornata mondiale della povertà , ma la Giornata dei poveri , cioè di persone concrete; è la giornata dell’invito a incontrare il povero, a condividere con lui anzitutto il tempo dell’accoglienza e dell’ascolto, la mensa e i suoi bisogni.
Per le altre foto cliccare sul link sottostanti...
E ci ha fatto tanto bene accostare chi è povero toccando la nostra vita. I gruppi dei giovani si sono assunti l’impegno di condividere la loro amicizia con gli ospiti del Centro di Genoveffa de Troia. Ogni sabato ci incontriamo. In essi incontriamo Gesù che ci parla e ci interpella attraverso le loro sofferenze e i loro bisogni. Essi ci ricordano quel che veramente conta: amare Dio e il prossimo. Solo questo dura per sempre, tutto il resto passa; perciò quel che investiamo in amore rimane, il resto svanisce. È nella costruzione della comunione attraverso la condivisione infatti che la comunità si accorge di chi è ai margini e si adopera per accogliere, o ri-accogliere chi non siede alla mensa del banchetto eucaristico. Nel Padre nostro, ci ricorda il Papa, “il pane che si chiede è “nostro”, e cioè da condividere, nella consapevolezza che l’amore verso il povero trova radice in Dio. I poveri, insieme all’Eucarestia, sono carne viva di Cristo.
Per le altre foto cliccare sul link sottostanti...
Domenica 19 novembre ore 11.00: celebrazione Eucaristica. Tutti intorno all’altare del Signore per contemplare le meraviglie del Padre: i catechisti nel ricevere il mandato per continuare l’opera di Gesù in noi e nella storia, perché ci lasciamo interpellare dalle urgenze degli altri e il nostro impegno di evangelizzazione e di catechesi sia fecondo. Insieme a tutta la comunità e ai nostri “Grandi Amici” della Comunità di Genoveffa de Troia. Questi fratelli più piccoli, da Gesù prediletti, e che sono l’affamato e l’ammalato, il forestiero e il carcerato, il povero e l’abbandonato, il sofferente senza aiuto e il bisognoso scartato. Sui loro volti possiamo immaginare impresso il suo volto; sulle loro labbra, anche se chiuse dal dolore, le sue parole: «Questo è il mio corpo» (Mt 26,26).Per noi è dovere evangelico prenderci cura di loro, che sono la nostra vera ricchezza, e farlo non solo dando pane, ma anche spezzando con loro il pane della Parola e il Pane dell’Eucaristia di cui essi sono i più naturali destinatari. Amare il povero significa lottare contro tutte le povertà, spirituali e materiali.
Per le altre foto cliccare sul link sottostanti...
Dopo la celebrazione Eucaristica tutti alla “Casa del Pellegrino”, per condividere con i nostri Amici e i loro operatori il pranzo della fraternità.
"Benvenuti a tutti!- sono state le parole dette da don Matteo - prepariamoci per questo momento insieme: ognuno di noi con il cuore pieno di buona volontà e di amicizia verso gli altri, condividiamo il pranzo e augurandoci il meglio gli uni agli altri. E adesso preghiamo il Signore che benedica, che benedica questo pasto, benedica tutti noi, benedica i nostri cuori, le nostre famiglie, i nostri desideri, la nostra vita e ci dia salute e forza. Amen.
Non cerchiamo allora il superfluo per noi, ma il bene per gli altri, e nulla di prezioso ci mancherà. Il Signore, che ha compassione delle nostre povertà e ci riveste dei suoi talenti, ci doni la sapienza di cercare ciò che conta e il coraggio di amare, non a parole ma coi fatti., Lì, nei poveri, si manifesta la presenza di Gesù, che da ricco si è fatto povero (cfr 2 Cor 8,9). Per questo in loro, nella loro debolezza, c’è una “forza salvifica”. E se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro “passaporto per il paradiso”. «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Nel povero Gesù bussa al nostro cuore e, assetato, ci domanda amore. Quando vinciamo l’indifferenza e nel nome di Gesù ci spendiamo per i suoi fratelli più piccoli, siamo suoi amici buoni e fedeli, con cui Egli ama intrattenersi. Dio lo apprezza tanto. Questa è la vera fortezza: non pugni chiusi e braccia conserte, ma mani operose e tese verso i poveri, verso la carne ferita del Signore.
Per le altre foto cliccare sul link sottostanti...