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Vivere il concerto di Natale da due prospettive differenti

img 3616  Organizzare un concerto è un affare piuttosto complicato, come minimo ti servono talenti da far emergere e amalgamare, più un sacco di tempo da dedicarci. Essere il concerto, ovvero stare tra coloro che, da soli o in coro, prestano la loro voce per il canto, non è da meno: irritazione per richiami e richieste di chi coordina, emozione di fronte ad un pubblico che, a sua volta, s'aspetta di essere emozionato da te.

Ora veniamo a me, ed alle altre decine di persone chi mi circondavano in due sere consecutive. Far parte del pubblico, lo sappiamo, è più facile, ma ha i suoi aspetti critici! Devi combattere all'inizio per trovare un posto a sedere, magari non troppo indietro, a volte sforzarti per cogliere le parole di una poesia o di una battuta di spirito, scegliere tra gioire e usare i messaggi che ti vengono dal palco o avere speso un paio d'ore della tua vita nella penombra.

A questo bisogna aggiungere il contesto: era periodo natalizio, ed uno che va ad un concerto di Natale si aspetta di provare un pò di tenerezza nell'animo, soprattutto quando tutti gli altri giorni, diciamoci la verità, ne sono carenti non poco. Mille impegni e preoccupazioni ci rendono non solo impegnati e preoccupati, ma anche tremendamente soli. Noi del pubblico avevamo bisogno di ricaricare la nostra sete di qualcosa di infinito, eterno, privo di scadenze a breve termine e voi, giovani dell'Immacolata, avete aiutato Dio a farlo per tutti.

Consideriamo, poi, chi abbiamo visto cantare: giovani, giovani di cui sapevamo le doti e nuove scoperte, giovani che conosciamo perchè sono a chi amici, a chi figli, fratelli, nipoti. Gli eroi del Natale parrocchiale sono state persone che incontriamo quotidianamente, non personaggi famosi. Notate la differenza: PERSONE con cui condividiamo la vita, non PERSONAGGI che i mass media ci presentano come il mercato preferisce.

Ma quanto è bello che queste persone a noi care partecipino ed abbiano successo? E' bello che partecipino perchè è un modo ottimo di vivere da vicino, tastare con mano la presenza di Dio e la sua espressione nella vita della Chiesa. Così nel frattempo mettono radici forti, che tengano il colpo quando a contatto con il mondo di fuori, dell'università per esempio, incontreranno idee diverse, che negano Dio, negano la possibilità che ai piaceri ed alle libertà dell'uomo esistano dei limiti, finanche a considerare bigotta, arretrata la nostra splendida identità.

Che volete di più? Ottengono anche i frutti, un successo strepitoso, dimostrato da mille applausi di approvazione durante lo spettacolo e complimenti successivi. Cari ragazzi, portate con voi il ricordo dell'esperienza vissuta assieme con fatica ma soddisfazione; le foto e i video aiutano in questo, ma l'immagine più significativa di ciò che è stato, è meglio sia dentro, non fuori di voi, nel cuore, non in uno schermo. Conservate il messaggio del Natale, Dio che si fa uomo come noi, per farci come Lui. Non perdete di vista questi talenti, anzi continuate a coltivarli non solo in questa parrocchia, ma anche in tutte le parrocchie o realtà dove vi troverete nella vita, sempre piuttosto imprevedibile. Io, per esempio, non posso che invitarvi almeno a passare nella parrocchia della SS.Annunziata in Parma!

Tutta l'umanità desidera pace, serenità, condivisione: sembrano i soliti auguri che ci scambiamo, ormai triti e ritriti (concedetemi l'espressione), eppure ce n'è bisogno un sacco. Ed è necessario anche riscoprire la grande novità di Gesù, perchè forse riuscivamo da soli a capire che conviene amarsi l'un l'altro, ma "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68). Pensiamoci su, tra una chat e l'altra.